Solo dopo molti fendenti e molte esplosioni magiche, con palle di fuoco a fendere l'aria e le urla incessanti di Chula il Norsmeno ad accompagnare quel violento macello, che la Compagnia ebbe la meglio del manipolo di Uomini Bestia accorso nel corridoio della cripta.
I giovani Minotauri avevano condotto con sé una pattuglia di caprini uomini bestia, orride mutazioni al servizio dei loro cugini bovini più grandi: quel posto un tempo avamposto della gente nanica presentava diversi nefasti abitanti. Se gli scheletri nanici erano senz'altro a difesa di quel luogo sconsacrato, da dove provenivano gli uomini bestia? E perché erano lì? Erano semplici occasionali infestatori di antiche rovine o un manipolo del caos al servizio di qualcun altro? Il mistero si infittiva alla luce dei collari che tutte quelle orrende creature mutate portavano al collo: di ferro battuto, rappresentavano un teschio incastonato in un simbolo che sarebbe diventato presto noto alla Compagnia del Capitone Mannaro.
Nella stanza della cripta, intanto, i Guerrieri avevano potuto notare come l'antico sarcofago contenente il principe nanico di quell'avamposto e i suoi servitori fosse stato sconsacrato e aperto: forse alla ricerca di tesori? "Saranno stati predoni" aveva argomentato Nestore, ma i cadaveri degli uomini ritrovati nell'angolo della cripta a tutto facevano pensare fuorché a degli occasionali ladri di tombe. Crivellati da frecce e vittime di plurime ferite da taglio giacevano morti da non più di qualche giorno, recando su di sé insegne araldiche sconosciute ai membri della Compagnia: una torre arancione sullo sfondo di un celeste spento. Non avevano visto quel simbolo in nessuno dei plurimi feudi e insediamenti delle province imperiali che avevano visitato fino ad allora, ma l'Impero degli Uomini era una congregazione di infiniti staterelli e signori nobiliari: a qualcuno senz'altro sarebbe appartenuto.
Dopo aver finito di scoperchiare la tomba, e non avendoci trovato alcunché al suo interno, il gruppo si rese conto che i visitatori della tomba non avevano notato, o non avevano degnato di nota, la grossa chiave in pietra che la statua mortuaria teneva fra le mani. Essendosene appropriati, i baldi membri della compagnia procedettero nell'ombra alla ricerca della Corona di Heldegrad, al fine di completare la loro missione e di riscuotere la ricompensa pattuita con Trantor di Karak Izor.
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