lunedì 6 novembre 2017

Fuga delle grotte nel Drakken Wald

La seconda infausta e infingarda spedizione della rinnovata compagnia del Capitone Mannaro ebbe come scenario la foresta del Drakken Wald, Darken Wald, Drunken Wald o una cosa del genere: i villani del posto erano terrorizzati dalla presenza di una BELVA malefica che, annidatasi in perdute rovine ascose nella nera selva, fuoriusciva a più ripresa divorando gli indifesi paesani e gettando i borghi circostanti nella più profonda costernazione.

Dopo la dipartita di Atzio Palluccio nel corso dell'ultima fuga tentata dalla Compagnia, quest'ultima aveva assoldato e unito ai propri ranghi il baffutissimo Nestore Ziolello: guerriero dal passato di giocatore di Blood Bowl e una lunga carriera di gavetta nelle leghe inferiori alle spalle, resa vana da un grave infortunio di misteriosa natura. Nestore si era unito alla compagnia con stato d'animo cupo e bigio: alla ricerca di conferme nella propria vocazione personale e pronto a dimostrare di essere un valido esploratore dei dungeon del Vecchio Mondo.


La spedizione nelle caverne nascoste nel Drakken Cos era proceduta non male, mentre Slothessa e Nestore si facevano largo fra nugoli di ragni giganteschi e gobliname assortito supportati dal potere curativo di Cassius. MA il fato avverso era sempre pronto a tirare dei diabolici tranelli alla compagnia, stavolta materializzatisi in uno sciame di bisce assassine fuoriuscite dalle pareti rocciose del dungeon: la fuga dal dungeon si era resa necessaria una volta che il veleno delle bisce era entrato in circolo a tutti i membri del Capitone Mannaro, non prima tuttavia che Slothessa riuscisse a trovare nel bottino del Goblin Sciamano dilaniato, una spada magica fatta interamente di bronzo che infiniti lutti avrebbe addotto ai nemici della compagnia in futuro e il cui ritrovamento è degno di un capitolo a sé stante.



Il gruppo era così fuggito tosto dal sotterraneo nella foresta per poter finalmente raggiungere la più vicina città imperiale e potersi equipaggiare degnamente e concentrarsi nell'acquisto di nuovi e più valenti mercenari. La fuga non era stata affatto semplice in quanto l'infortunio al crociato di Nestore, rimediato giustappunto nello scendere le scalette che conducevano dagli spogliatoi al dungeon, lo aveva rallentato enormemente: per non rimanere preda delle orde di Goblin alle calcagna dei nostri eroi, Slothessa aveva preso di peso il baffuto giocatore scagliandolo fortissimo verso l'uscita, maaaa... un ostacolo imprevisto attendeva la compagnia nella sua strada verso la fuga.


***

"Ma io sono il Signore del Dungeon" rispose il nano piantato sull'ingresso del cunicolo diretto verso l'uscita.
"Ma vaffanculo!" gli fece eco Nestore "Ma tu sei il signore soltanto di due cose, e fra poco neanche di quelle" aggiunse stringendo i lacci della sua spalliera chiodata.
"Come preferite" ringhiò il nano di risposta, impugnando a due mani l'immensa asciona in posa difensiva.

Si era frapposto tra loro e l'uscita del dungeon proprio quando la fuga da quel labirinto maledetto sembrava ormai cosa fatta. Il nano aveva chiesto a tutti e tre i membri della Compagnia un cospicuo tributo di cento monete per lasciarli passare, dichiarando appunto la sua professione: quella di proprietario del dungeon.

"Non c'è bisogno di essere precipitosi" provò a interloquire Cassius ponendo una mano sulla spalla di Nestore e, avvicinatosi, gli sussurò all'orecchio ricoperto dai grossi ricci boccolosi: "Siamo praticamente con un piede nella fossa, i serpenti ci hanno spolpato fino alle ossa e non reggeremmo il confronto neanche con uno Snotling cieco: diamogli queste monete e andiamo via, dobbiamo portare in salva la Spada di Bronzo e rifocillarci".

"Lui è il signore solo del cazzo e della merda" bofonchiò Nestore arretrando contrariato.
"Tieni nano, ci scusiamo se siamo entrati nella tua proprietà privata: prendi il tuo denaro e lasciaci passare" concluse Cassius.
"Peperone!" aggiunse Slothessa dopo lunghi minuti in cui era rimasta assorta con lo sguardo nel vuoto con espressione ebete ed assente: come per magia aveva trovato la risposta che cercava al quesito sollevato dall'intricata discussione dei suoi compagni.


***

Sfortunatamente l'animato dialogo con il supposto proprietario del dungeon aveva richiamato il Minotauro Gustavo, la cui capanna si trovava sfortunatamente giustappunto nelle vicinanze del dungeon: svegliato dalla voce cavernosa del nano si era diretto nel dungeon per fare colazione, possibilmente con dei filetti di ragno gigante, ma la vista dei tre compagni che si sostenevano l'un l'altro moribondi in cerca di salvezza gli fece cambiare idea sui suoi programmi culinari: avrebbe fatto colazione con una più appetibile e fresca carne umana! Fu così che ebbe inizio la drammatica pugna per la salvezza...


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