venerdì 25 agosto 2017

La Spada della Vera Regalità, parte 1: Goblin e Caccole

Un nuovo gruppo di impavidi Eroi si era formato, pronto ad affrontare gli impervi perigli del Vecchio Mondo: Rollo Sventratrollo, l'ombroso Nano dall'oscuro passato alla ricerca di redenzione per le sue colpe nella morte (taluni alludevano sovente ai suoi dubbi comportamenti sentimentali presso il suo clan, ma in altre occasioni egli stesso sarebbe tornato sull'argomento...). Petus l'Incerto, mago di Altdorf specialista nel canalizzare i flussi corporei in roboanti magie basate sul fuoco e sul fetore pestilenziale, e Catullus di Sigmar, noto come l'Efebista a causa della sua indole sempre gentilissima, avevano da poco tempo costituito un gruppo di avventurieri alle prime armi, alla ricerca di labirinti e rovine ove accrescere le proprie ricchezze e la propria gloria.

Fu mentre si trovano a bivaccare presso la locanda della Manticora Sapiente che all'eterogeneo gruppo di aspiranti eroi venne affidata una missione direttamente da uno dei nobili della regione: dovevano portare l'antica Spada della Regalità, reliquia della zona, presso la mistica Fontana di Luce, spersa nelle profondità delle Montagne di Mezzo: l'acqua di questa fontana era ritenuta maggggica e abrebbe riveleto immergendovi la Spada dentro il legittimo erede del locale principato fra i tre cugini Barduin, Credin e Rudin. Il viaggio dei tre baldi avventurieri non solo avrebbe dato inizio alla loro carriera di avventurieri nelle province dell'Impero, ma sarebbe stato in grado di sanare finalmente l'ANNOSA diatriba della regione e le continue lotte fratricide in grado di ammorbare quella remota regione dello Stirland.


Fu Petus a prendere in custodia l'arma reliquia col proposito di farne un uso valente in combattimento, convinto che essa li avrebbe condotti a rivelare il canuto Barduin come legittimo erede del principato. Una volta trovato l'antro per il dungeon che conduceva alla fontana, il gruppo si era avventurato per lunghi e intricati corridoi senza trovare alcuna resistenza fino a che la prima stanza di guardia, apparentemente abbandonata, rivelò la presenza di pipistrelli e ratti giganti dei quali Petus, Rollo e Catullus si liberano con sicumera e amplio spargimento di sangue.


Adiacente alla stanza di Guardia, la locale camera delle torture rivelò una allegra brigata di Goblin Lancieri, pronti ad impedire l'accesso alla Fontana di cui erano evidentemente i gelosi custodi: i Goblin locali la ritenevano infatti un luogo termale ove immergere le loro stanche membra globinoidi; permettere agli avventurieri di profanare la calma di quel luogo avrebbe significato un tremendo colpo per il turismo umanoide della zona, sicché i lancieri si dimostrarono agguerriti, spietati e carichi di cattive intenzione. I Goblin presero immediatamente di mira il Nano, ignudo e privo di armatura secondo i costumi degli Sventratroll, infilzandolo e pungolandolo da vicino e dalla distanza con i loro lunghi e rozzi giavellotti. Mentre il gruppo fronteggiava i Goblin, alle sue spalle sopravvenne nella stanza delle guardie un nutrito gruppo di Caccole, anche loro determinate a fare a pezzi Rollo.

Le Caccole si gettarono con ferocia sul corpo del Nano che, tuttavia, aiutato dalle benedizioni del prete Catullus, in grado di infondere coraggio ed attacchi ulteriori ai suoi compagni, iniziò a sbarazzarsi agilmente dei pelleverde con grugniti e rantoli misti di piacere e rabbia. Poi... l'IMPONDERABILE.

Mentre Rollo era impegnato a falciare goblin e caccole che lo toccavano lascivamente, dall'angolo scuro nel suo lato della stanza emerse con un colpo di tosse, dal pattume assortito, un nano morente che, tossendo in maniera fastidiosa si aggrappò a Sventratrollo pregandolo insistentemente di avere pietà e di custodire per lui una PREZIOSA chiave in grado di aprire non si capì bene quale porta importantissima.

"Lasciami non vedi che sto cercando di morire DANNAZIONE" esclamò Rollo, cacciando via con una pedata il consanguineo fastidiosissimo. "Naaah ti prego, prendi questa chiave, essa è salvezza essa è BUONA SORTE DANNAZIONE!" insistette il nano Prospettore (questo era il suo nome, o così almeno recitava la targhetta a forma di talismano che recava al collo) esalando i suoi ultimi respiri. Quando Rollo colpì violentemente con il tacco dello stivale il petulante nano, impegnato con le manine a far roteare l'ascia contro i Goblin che lo pressano, il suo colpo di stivale fu talmente forte da sollevare una mattonella che (meraviglia delle meraviglie) rivelò, ASCOSTE alla vista, un centinaio di scintillanti monete. Distrattamente il nano le raccolse mentre con l'altra mano continuò a menare fendenti sui Goblin: a differenza dei suoi consanguinei nano, Rollo, in quanto Sventratroll, era più interessato a cercare di morire che non ad arraffare tesori di alcun genere. Petus nel frattempo, poco utile in quanto incapace di incanalare le energie magiche della zona, coprì la retroguardia del gruppo e, finendo le ultime Caccole rimaste, controllò dalla porta che nessuno arrivasse a disturbare la pugna. Così facendo sussurrò calmo nelle orecchie del nano, dandogli le spalle: "Sta tranquillo Rollo: io renderò vana la tua missione di morte, poiché fino a che sarò al tuo fianco io ti impedirò di morire". "Naaaaah" agonizzò il Nano bestemmiando alle parole del Mago, e infilò con violenza indegna il manico della sua ascia nella bocca del lanciere che aveva di fronte.

"Pentiti Nano!" disse intanto Catullus a voce alta, nella foga del combattimento e tenendo stretto sotto il braccio sinistro il suo librone delle benedizioni sigmarite: "Solo confessando i tuoi peccati a me, emissario di Sigmar su questa terra, troverai la vera pace!!". Mentre una testa di Goblin rotolò all'indietro verso la stanza dove i guerrieri si stavano alacremente difendendo si udì il Nano sussurrare in un attimo di concentrazione "Padre, è che io sono ricc..." ma le parole dello Sventratroll furono interrotte dal fragore bollente proveniente alle sue spalle: Petus era finalmente riuscito a scatenare una delle sue palle di fuoco che, colpendo i rimanenti lancieri, liberò del tutto la strada al gruppo, pronto a continuare nella sua ricerca della fontana.


La valente compagnia, seguendo le sapienti indicazioni di Petus il Prete Guerriero, si addentrò nei corridoi: "Seguitemi! Sigmar è con me e mi sussurra che la fontana è da questa parte" aggiunse il prete conducendo i suoi compagni per i dedali del dungeon, facendo luce con la sua lanterna, sicuro della esatta destinazione.

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